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lunedì 8 marzo 2010

..::JOHN BRITTEN::........BRITTEN V1000.......e.................

SITO UFFICIALE: http://www.britten.co.nz/ 
La moto qui  sotto prende il  nome del  suo costruttore........
BRITTEN V1000 
Esoterica motocicletta opera del genio di John Britten - prematuramente scomparso con il suo sogno - che oggi rimane nel mondo reale sotto forma di 10 rarissimi esemplari.
FONTE: http://www.motoblog.it/tag/britten






Sakurambo:  Ha "costruito" case, macchine ,camper, aerei,moto, ecc.... e in tutto questo ha avuto il tempo di fare 5 figli con la biondona del video qui  sotto... Laughing   Bellissimo quando provano la moto e scoppia la forcella in carbonio,  i cui fili aveva incollato uno ad uno perchè non aveva i soldi!!!!



Un'accensione un pò difficoltosa ma poi sentite che sound:

Un giretto con la Britten V1000 al TT

Britten Bike Story - One Man's Dream 









Curiosità:  Fonte : http://www.motoblog.it/post/1353/premio-speciale-crs-alla-memoria-di-john-britten  
Fonte: http://www.repubblica.it/motori/dueruote/2010/02/17/news/motori_due_esemplari_di_britten_esposti_al_mad-2335278/
Il ricordo dell'estro del "maestro" è ancora vivo nella memoria di Roberto Crepaldi, fondatore della casa motociclistica milanese CR&S che con Britten ha collaborato dal 1992 al 1995, anno della sua prematura scomparsa: "John Britten è stato un genio delle due ruote. Nel suo garage di casa a Christchurch costruì con un gruppo di amici la moto che è stata riconosciuta come la più evoluta al mondo. E lo è tuttora. John mi ha trasmesso la caparbietà, ma soprattutto la voglia di mettere in pratica i propri sogni".
Per chi si trova dalle parti di Milano quindi una tappa al MAD è d'obbligo.  Il giovane marchio CR&S che tanto abbiamo ammirato al salone di Milano (!) nasce come una “costola” della “Britten”, dal legame tra Roberto Crepaldi e John Britten, il grande progettista e designer motociclistico neozelandese . Da qui l’iniziativa di creare un premio a lui dedicato, da attribuire ogni anno, a partire dal 2006, al progetto motociclistico più innovativo tra tutti quelli presentati ai vari Saloni.
La CR&S in questo modo desidera contribuire alla valorizzazione del design, di uno degli aspetti fondamentali delle due ruote, capace di toccare non solo le corde della passione, ma anche di sfidare le leggi del rapporto forma-funzione.
Il premio “John Britten per il Design Motociclistico” sarà quindi annualmente assegnato dalla CR&S a chi riesce a realizzare, partendo dall’oggetto-motocicletta, una “opera d’arte” capace di farsi ammirare e far discutere.

venerdì 26 febbraio 2010

HONDA RC 142

E' grazie a questo modello del 1959 che la honda ha celebrato i suoi primi 50 anni di corse motociclistiche! e scusate se è poco.......





Giugno 1959 Isola di  Man
Honda arriva all'isola di Man al TT con 5 piloti, 4 giapponesi e un'americano.
Portano con sé cinque 125cc bicilindriche in linea dette RC142 ,4 moto in più ,parti di ricambio e gli strumenti per creare un'officina ambulante - un'approccio molto professionale. Il motore è un quattro tempi , bicilindrico in linea,con i cilindri leggermente inclinati in avanti fino a 6 gradi, DOHC ( due alberi a camme)
Ci sono due valvole per cilindro, come si può chiaramente vedere dalla posizione delle candele nella foto. Alesaggio e corsa  44 x 41 mm per una capacità di 124,6 cc, e con un rapporto di compressione di 10,5: 1, 18,5 CV  a 13.000 giri / min;con un allungo fino a 14.000 giri / min. L'angolo della valvola di  aspirazione è di 40 gradi e di 44 gradi per le valvole di scarico.. La lubrificazione è a carter umido, porta 2 litri di olio.  6 marce, pesa 87 kg ,Il passo è 1.265 millimetri. Nel TT, le moto finirono al 6, 7, 8 e 11 posto, le Honda sono affidabili, ma non ancora abbastanza veloci, anche se i risultati senza dubbio sarebbero stati di  maggior rilievo se  i top rider erano  europei!!, che conoscevano bene il difficile e lungo percorso del TT. Dopo la gara, il team Honda è tornato in Giappone per migliorare le loro moto per poter battere le case europee e dominare il mondo.
Spesso si è scritto che la Honda RC142 era la copia della NSU Rennmax. A mio parere, è una sciocchezza, e la gente dicendo questo  non sapeva  di cosa stava parlando, xchè Oltre al fatto che la Honda nel lontano Giappone, non aveva assolutamente l'accesso ai dati segreti del reparto corse NSU, la Rennmax era 250, l'Honda 125 cc.  Gli unici punti in comune erano gli l'alberi a camme con cuscinetti conici e non erano identici, e il fatto che era un twin in linea a quattro tempi, per il  resto è tutta una storia a parte meccanicamente parlando...........
Fonte: http://www.vf750fd.com/Joep_Kortekaas/honda_race_history.html

martedì 8 dicembre 2009

- Omobono Tenni , l'antenato di Valentino Rossi!!! -

Il mio primo e ultimo moto club aveva  il  suo nome!!! non sapevo nemmeno chi  fosse Omobono  Tenni....onoratissimo!!!!devo  ringraziare  anche lui per la mia prima pistata a Vallelunga con la mia seconda moto l'Aprilia Rs 125  2 tempi .....altri  tempi  e che tempi .-)

fonte: http://rocket-garage.blogspot.com/2009/12/black-devil-lantenato-di-valentino.html



Tommaso Omobono Tenni (1905 - 1948) è stato uno dei più grandi piloti del motociclismo, paragonabile solo a Tazio Nuvolari ma meno conosciuto dal grande pubblico.
Nel 1937 in sella a una Moto Guzzi 250 vince il Tourist Trophy sull’Isola di Man , primo non Inglese a vincere la gara allora più famosa al Mondo. Era alla sua seconda partecipazione e già nelle prove si era messo in mostra per l’estrema audacia con cui si buttava a capofitto su quel terribile e pericolosissimo circuito lungo 37 miglia da fare in 7 giri tra muretti a secco, pali, case e nebbia nella zona interna all’isola.
Gli inglesi lo chiamarono «black devil», diavolo nero, ricordando con ammirazione la sua guida spericolata.
Eppure non sono in molti, oggi, a ricordare Omobono Tenni , asso della moto fra i più grandi di ogni tempo. La sua capacità di essere più veloce degli altri anche in condizioni di inferiorità del mezzo meccanico, lo stile di guida, l’immedesimazione con la moto, il coraggio, l’approccio alla corsa così come all’esistenza sempre in bilico fra l’impegno più strenuo e l’estro divertito lo assimilano al campione più acclamato dei nostri giorni, Valentino Rossi.



Sempre su  Rocket-garage Francesco commenta cosi' :
Non so se dopo una caduta in cui perdi due dita, valentino avrebbe il coraggio di mettersele in tasca e concludere la gara!